A maggio del 2018 mi stavo approcciando al mondo del babywearing, lo facevo da neo mamma. Federico era nato solo un mese prima e io cercavo di utilizzare al meglio la mia prima fascia elastica, che mi era stata prestata da mia sorella Monica.
Avevo iniziato a leggere parecchi libri, tanto da incappare nella poesia che vi riporto qui: “L’abbracciare e l’essere abbracciati si armonizzano davvero bene l’uno con l’altro, e quando insieme, diventano una sonora espressione ammutolita d’amore e d’amicizia che parla per se stessa, dicendo parole silenziose che solo il cuore può ascoltare e che solo l’anima può capire.” – Jean Paul Malfatti – scrittore
Lascia andare la paura: una fascia elastica cuore a cuore
Credimi, riguardo spesso la foto datata 15.05.18 e…aiutooooo!
Mi riguardo e non posso che sorridere di fronte alla mia espressione! Fidati di me e fatti passare la paura che hai di provare a legarti “tutti quei metri di stoffa” convinta che tanto non fa per te. O peggio ancora, tanto non ci riuscirai mai. Ricordo ancora l’approccio con la mia prima fascia elastica, anzi non lo dimenticherò mai.
Quel giorno mi son fatta 2 scatti: uno alle 18.43 e Fede piangeva, si dimenava e io mi chiedevo cosa stessi sbagliando. Ci avevo messo un sacco a legarlo, perché era uno sforzo enorme ricordarmi tutti i passaggi. Aggiungi che faceva terribilmente caldo, e pure che avevo in circolo gli ormoni dell’allattamento!
Mettici pure che ero nervosa, stanca e agitata; lui aveva quasi 1 mese e se ci sei passata sai benissimo come e quanto si dorme o meglio, quanto non si dorme.
Mi nascondevo per legare con la fascia elastica
La fascia elastica avrebbe dovuto regalarmi sollievo e invece ero li in panico e impacciata; addirittura mi nascondevo quando dovevo legare perché non doveva vedermi nessuno tanto ero a disagio e impacciata, insicura.
E poi…beh poi è accaduta la magia e in soli 3 minuti (seconda foto scattata) Federico dormiva.
Si era calmato, o meglio mi ero calmata io e lui con me.
Le magie che solo una fascia riesce a compiere.
Io mi ero mossa un po’, l’avevo cullato in maniera molto naturale proprio nello stesso modo in cui era stato cullato fin poche settimane prima dentro di me.
Lui dorme e io sorrido, stanca, col viso tirato e struccato però sorrido; ero semplicemente felice di aver ritrovato quell’intimità tutta nostra, la sonora espressione ammutolita d’amore.
Ti ho voluto raccontare com’è stato il mio primo approccio al portare, ho voluto condividere con te le mie paure iniziali, i miei timori e le mie paturnie; ho voluto fare tutto questo per farti sentire un po’ meno sola ☺ come vedi, ci passiamo tutte, anche una consulente.
E se piange pensi quasi subito che “lui non è da fascia, lui non ci vuole stare”
Non credo sia cosi, in fascia elastica o rigida, il neonato ritrova il calore della sua mamma, ne sente l’odore, il battito cardiaco, il ritmo del suo battito di cuore tutte cose alle quali era abituato e che gli hanno fatto compagnia per ben 9 mesi.
Credo piuttosto che spesso succeda di provare a indossarlo in un momento in cui lui non ha voglia – è comunque una persona e va ascoltata e rispettata – perché magari vuole mangiare o deve essere cambiato. Oppure proviamo a legare in un momento in cui siamo noi mamme a essere un po’ nervose, preoccupate o solo intimorite da sguardi altrui: spaventate dal far male e fargli male o ancora ci innervosiamo proprio mentre stiamo facendo la legatura perché non ci viene subito perfetta come vorremmo.
E allora partono i “non ce la faccio, è troppo difficile, mi vergono, mi guardano male” e chi più ne ha, ne metta.
Quando succede ti chiedo solo di ricordarti che arrivi da 9 mesi di gravidanza, magari l’hai cercata a lungo e hai addosso anche un po’ di frustrazione, paura.
Oppure sei finalmente rimasta incinta ma nella strada della ricerca hai perso un piccolo angelo, quel cucciolo mai nato ma già tanto amato.
E adesso credi di non farcela a sistemarti 5 metri di stoffa addosso?
Ricordati che nei 9 mesi precedenti hai probabilmente affrontato nausee, capogiri, emorroidi, vomiti. Nel mentre, ti vedevi cambiare ogni giorno e magari in tutto questo non ti riconoscevi più.
Hai avuto paura per quel dolore cosi forte e anche allora pensavi di non farcela, eppure ora eccolo li, il tuo piccolino, tra le tue braccia.
E poi l’allattamento, in tutte le sue forme, con tutti i falsi miti da sfatare, le cose da imparare e – anche qui – i commenti non richiesti da gestire.
Ma ce l’hai fatta o ce la stai facendo! Portare è più semplice di quel che credi
Vogliamo parlare del rientro a lavoro? Quando in verità il tuo cuore rimane li con lui; da quando sei diventata mamma, avrai per sempre un pezzetto di cuore che si troverà al di fuori di te!
E riesci a gestire tutte queste emozioni, ogni volta.
Ogni mattino riesci ad alzarti col sorriso perché c’è quella creaturina vicino a te, lo fai anche senza aver chiuso occhio e per uscire se va bene riesci forse a truccarti ma di corsa, ovvio. Il tempo da dedicare a te stessa è cambiato…forse addirittura annullato, sicuramente si è ridotto.
Nonostante la stanchezza, riesci…riesci SEMPRE.
Il compito di noi consulenti è quello di supportarti e aiutarti, guidandoti passo passo, lasciandoti consigli e le giuste informazioni per farti effettuare una legatura in totale sicurezza e autonomia; ma portare/indossare il proprio bambino è per tutti ed è una delle cose più naturali che ci sia, perché fa parte del nostro DNA.
Quel che mi sento di consigliarti è di ascoltare i consigli, memorizzare i passaggi, comprendere le basi per legare in sicurezza e poi lasciati andare al tuo istinto e seguilo, in piena fiducia. Se hai bisogno di supporto scopri come posso esserti utile con i miei percorsi personalizzati.
Credimi che riuscire a legare con la fascia è niente in confronto a quanto hai già fatto e a quanto farai dal momento in cui scoprirai di contenere in te la vita.